I-Tel
Gestire l’assistenza domiciliare tramite app
La popolazione italiana è sempre più longeva. Con l’aspettativa di vita cresce però anche la cronicità delle patologie. Una delle principali priorità della nostra Sanità è garantire al cittadino anziano – disabile o bisognoso di cure mediche – una assistenza di qualità.
Non solo nelle strutture ospedaliere, dove i tempi di ricovero sono stati drasticamente ridotti, ma anche all’interno del proprio nucleo familiare, proponendo l’assistenza domiciliare integrata (A.D.I.) quale modalità per vivere e gestire la malattia.

Fonti: (1) Quaderni del Ministero della Salute, Quaderno n. 6 – Novembre-Dicembre 2010 – Criteri di appropriatezza clinica, tecnologica e strutturale nell’assistenza all’anziano; (2) Istat, Il futuro demografico del Paese: previsioni regionali della popolazione residente al 2065
Questa scelta però, applicata in modalità massiva e realmente efficace, ha un impatto organizzativo molto importante, con cambiamenti profondi nelle modalità di operare da parte delle professionalità medico/sanitarie che implicano il coinvolgimento di team multidisciplinari e multiprofessionali nonché di associazioni/cooperative sul territorio.
Ma proprio l’impatto organizzativo può essere ridotto se la deospedalizzazione è coadiuvata da una maggiore diffusione della digitalizzazione, anche solo per coordinare, controllare, rilevare, ricevere dal o inviare al paziente, nonché registrare tutti gli interventi effettuati sul territorio, minimizzando il più possibile i tempi e i costi e insieme fornendo una attenzione maggiore all’assistito e alla sua famiglia.
Il digitale applicato all’assistenza domiciliare nell’esperienza della Asl NA2 nord
Tale sistema di intervento, proprio perché erogato in mobilità e remotamente, necessita di una serie di facilitatori digitali che aiutino il paziente ad avere risposte efficaci e tempestive ai propri bisogni e contemporaneamente offrano al Servizio Sanitario Nazionale la possibilità di costruire una base dati integrata in merito agli interventi sanitari e socio-sanitari erogati da operatori che svolgono il loro lavoro fuori dalla struttura ospedaliera, così come previsto dal Sistema Informativo Sanitario.
La ASL Napoli 2 Nord ha deciso di dare una risposta a tali esigenze integrando, ai propri sistemi informativi, la piattaforma tecnologica Sm@rtHealth di I-Tel per la comunicazione multicanale. Una piattaforma che la ASL, oltre che usare al proprio interno, mette a disposizione delle associazioni/cooperative che operano sul territorio al fine di:
rilevare, su base individuale, i pazienti visitati (presa in carico, tipologia di accesso al domicilio);
rilevare i dati relativi ai singoli accessi al domicilio del paziente da parte di operatori coinvolti nella realizzazione del piano di cura (Medici di Medicina Generale, Infermieri, OSS, Assistenti Sociali, Medici Specialisti, Fisioterapisti, ecc.) ;
rendicontare in tempo reale le attività svolte presso il domicilio degli assistiti e il tempo speso;
localizzare il personale infermieristico e socio-sanitario;
gestire organizzativamente il personale medico, infermieristico, OSS o volontario (notifica turni, segnalazione assenze e presenze, verifica stato servizio, classificazione attività da svolgere per singolo paziente);
Il tutto creando una dashboard che viene allineata in tempo reale dalle attività dei singoli operatori.
«Nel settore dell’ADI, le successive evoluzioni normative hanno sempre più accentuato la tendenza a ridisegnare l’organizzazione del sistema secondo un diverso modello di governance, in cui l’utente e le terze parti acquistano sempre più un ruolo determinante, con un ruolo centrale della ASL sia nella programmazione che erogazione dei servizi» dice Imma Orilio, CIO dell’ASL.
«.Anche laddove l’erogazione è affidata alle terze parti, è comunque la ASL che detiene il completo controllo su modalità e tempi dell’erogazione pertanto una piattaforma come Sm@rtADI, uno dei moduli di Sm@rtHealth, diventa irrinunciabile.
Il sistema consente infatti un’analisi dei dati acquisiti sulla base dei quali si può arrivare a determinare i caratteri essenziali dell’erogazione, quali l’omogeneità e/o la difformità, ovvero valutare l’equità di trattamento garantito ai cittadini che ne fanno richiesta.
Si può focalizzare l’attenzione sulle modalità di gestione delle risorse e sulle implicazioni in termini di efficienza del sistema; il risultato, a consuntivo, è di una migliore efficienza economica del sistema, un aumento della qualità percepita dall’assistito e, in futuro, un aggiornamento, in tempo reale del Fascicolo Sanitario Elettronico».
L’evoluzione: diffusione e acquisizione multicanale delle informazioni, tele-assistenza, il tele-soccorso e tele-diagnosi
L’Ing. Orilio però sta già pensando alla fase 2 e con la stessa tecnologia implementeràla comunicazione periodica al medico di dati clinici raccolti con dispositivi di telemedicina, quali ad es. temperatura, pressione ecc.;
l’informativa multicanale sui servizi offerti (accompagnamento, visita assistente sociale ecc.), modalità di accesso ed eventuale prenotazione;
il promemoria automatico visite o assunzione farmaci con inoltro della chiamata, in caso di necessità, direttamente all’operatore sanitario di competenza;
la tele-assistenza, tele-soccorso e tele-diagnosi in multicanalità (dalla video chiamata alla interazione con strumenti clinici).
«Abbiamo realizzato una infrastruttura di rete che non si ferma alla unified communication all’interno dell’azienda, ma federando Skype con Lync saremo in grado tra breve di portare l’ASL a casa del paziente, intendendo con questo avvicinare i cittadini al Medico ed allo Specialista, umanizzando i rapporti, avvicinando le persone, come l’etica medica esige e la Sanità Digitale non esclude, anzi favorisce» continua l’ing. Orilio.
«E’ assolutamente falso che le app soppiantino il rapporto col Medico curante, anzi, danno la possibilità di rendere più efficiente il processo, dalla presa in carico alla sorveglianza delle cronicità. E il paziente si sente così realmente “seguito”. Certo è un passaggio epocale che impiegherà ancora del tempo per entrare nel vissuto quotidiano, ma oggi stiamo progettando la sanità dei nostri figli, che sono “nativamente digitali».
Inoltre, una forma di digitalizzazione diffusa permetterà di verificare, se le condizioni e la patologia dell’assistito lo permettono, diverse modalità organizzative di erogazione delle prestazioni modulando interventi domiciliari costanti supportati da una maggiore o minore componente digitale.
Le idee e le soluzioni non mancano, l’assistenza domiciliare è il banco di prova per un cambiamento possibile e virtuoso in direzione di una sanità non soltanto “gratuita” ma realmente al servizio del cittadino.
I vantaggi delle tecnologie digitali a supporto dell’ADI
Le ricadute da un sistema che sia diffusamente così articolato sono molte e l’ing. Orilio ne ha identificate alcune:
riduzione dei tempi di degenza nelle Unità Operative;
ottimizzazione dei percorsi e della assegnazione assistiti agli operatori;
aumento delle prestazioni erogate a parità di operatori impiegati;
implementazione dell’offerta riabilitativa e/o infermieristica territoriale ai pazienti dimessi dalla struttura ospedaliera, sia per la quantità, sia per la qualità delle prestazioni erogate;
maggiore continuità assistenziale tra Ospedale e territorio;
Filo diretto dei familiari con la Sanità;
pari opportunità di accesso alle cure domiciliari tra aree urbane e aree rurali o disagiate.
Insomma tener conto di quanto offre l’eHealth, in particolare delle tecnologie di comunicazione multicanale, oggi dovrebbe costituire la base su cui costruire il futuro delle pratiche di continuità assistenziale.